Chiesa Immacolata Concezione - Monticchio

Il rapporto tra la tradizione costruttiva montana, giustap¬posto alle tecniche, ai materiali ed alle forme proprie della contemporaneità, sono stati i temi architettonici sviluppati nella realizzazione della Chiesa dell’Immacolata Concezione a Monticchio Sgarroni; uno spazio sacro che vuole far emergere il carattere identitario della locale “comunità” cristiana, ma, al contempo, offrire ai pellegrini o ai semplici turisti che decideranno di visitare questo angolo della Basilicata, di vivere, nella fraternità e nel decoro, momenti di intima spiritualità.

Sfida nel progetto

Nella Chiesa dell’Immacolata Concezione tutto concorre all’armonia tra umano e divino, tra natura e spiritualità; ogni elemento è un inno all’infinita Bellezza nella consapevolezza che la Chiesa istituzione, compo­sta da pietre vive, ha bisogno, oggi più che mai, di chiese edificio in cui la sintesi tra estetica, poietica, canonicità ed ecclesialità sia espressione di arte, architettura e fede da trasmettere alle generazioni future.

descrizione progetto

Superficie : 300 mq (chiesa) – 500 mq (locali accessori)

Località : Monticchio Sgarroni, Rionero in Vulture

Progetto architettonico : Mario De Luca

Collaborazione: Adele Fuschetto

Direzione lavori : Mario De Luca

Inizio lavori : 2016 settembre

Fine lavori : 2019 giugno

obiettivo

La Chiesa, nella suggestiva collocazione paesaggistica, esprime, nella sua semplice solennità architettonica, il mistero che ogni spazio sacro dedicato al culto deve generare nel cuore di chi varca la soglia. La finezza del disegno architettonico, infatti, fondendosi abilmente con la suggestiva bellezza del Monte Vulture, aiuta la preghiera di lode e di gratitudine che ritroviamo nel Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi.

(S.E. mons. Ciro Fanelli, vescovo di Melfi)

Il primo impatto, ancora sintetico per così dire, consegna l’impressione di trovarsi dinanzi ad una costruzione ben integrata nel contesto paesaggistico, socio-culturale e religioso del luogo. Un’impressione che viene poi suffragata da uno sguardo più analitico e attento ai particolari: come quello che fa vedere l’antica edicola conservata davanti al nuovo complesso della Immacolata Concezione, memoria vivente di una storia di incontro e di preghiera di una comunità cristiana formata per lo più da una popolazione contadina; o come quello che si allunga sulla natura circostante, con i suoi colori cangianti a seconda dell’intensità della luce, e che lascia la sensazione di contemplare un paesaggio, che può risultare impervio per chi lavora quelle terre, ma è oltremodo pacificante per chi lo osserva. E’ subito chiaro, perciò, che ci si trova davanti ad una chiesa che, per così dire, è come esaltata dal contesto in cui viene costruita ed è in esso incastonata. Verrebbe da dire che essa non risulterebbe così bella e “riuscita” se fosse sorta altrove, anche solo nel bel mezzo di un piccolo villaggio o, peggio, di una città; men che meno se fosse stata costruita sullo sfondo di un’altra natura o collocata in un’altra regione d’Italia. E’ un impatto che lascia pensoso chi si occupa di ecclesiologia.


(Cardinale Robero Repole, arcivescovo di Torino – teologo)